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Mauro Maglione: una vita per la fotografia

" Per un vero fotografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e filtri giusti.
Una storia vuol dire leggere, studiare, prepararsi. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l’immagine di un’idea".
Tiziano Terzani 





Ho conosciuto Mauro Maglione ai tempi della mia collaborazione per il blog “Io Posto- Fashion & Lifestyle”. Ognuno rincorreva i suoi sogni, accomunati dalle lezioni di chitarra dallo stesso maestro. Lui, qualche anno in più rispetto me, aveva già scelto il suo futuro: fare il fotografo. Io continuavo a tentennare tra le mie numerose grandi passioni. 
Alla fine Mauro ce l’ha fatta, il mese scorso si è laureato allo IED e sta continuando il suo progetto iniziale: fare il fotografo. 
Conoscendo Mauro, sapevo benissimo che non avrebbe mai accettato una vera e propria intervista ( mi aveva proposto di mettere sul blog vari screen… Meno male che non voleva fare il giornalista ndr ) e così, tra un corteggiamento e l’altro, sotto forma di scherzo sono riuscita ad entrare nella mente di un giovane e promettente fotografo. 


- Da poco terminato il suo percorso di studi allo IED, perché la passione per la fotografia?
Questa è una bella domanda a cui effettivamente non saprei rispondere. Mi piace, lo faccio e basta. Non sono una persona che si fa mille domande, se c’è una cosa che mi piace, mi piace, non mi pongo il perché. 

- Passione che piano piano sta diventando una vera e propria professione. In seguito al percorso che hai intrapreso presenti una maggiore sicurezza? 
Maggiore conoscenza più che sicurezza. Ho iniziato da 4-5 anni e sono davvero pochi per parlare di alti livelli. Certamente ho studiato e fotografato tutto quello che vedevo di particolare, da “catturare” all’istante. Ho, al tempo stesso, ancora molto da fare. E’ più quello che dovrò fare di quello che ho fatto, ma non mi dispiace.


- Si dice che chi fa un lavoro che ama non lavora mai, è d’accordo? 
D’accordo in parte, il lavoro alla fine resta lavoro. Anzi no, ripensando bene alla domanda, credo che chiunque abbia detto questa frase avesse ragione. Già! ( afferma convinto ndr )

- Ha avuto la possibilità di lavorare nel settore della moda: continuerà in questo mondo o ha dei progetti differenti? 
Ho fatto solo delle collaborazione nei backstage di alcune sfilate, non credo possano essere considerate come vero e proprio lavoro all’interno del “fashion world”. La moda è:  Newton, Avedon, Testino, Leibovitz, Moon, Lachapelle, Maisel, Bourdin e tanti altri. Io sono sono solo un aspirante  fotografo

- Stavo per chiederle le sue “Muse Ispiratrici”. 
Confermo quanto detto in precedenza, mi piace in modo particolare Leibovitz e Crewdson. Non scarterei nessuno di quelli elencati, magari a diventare un quarto di loro ( sorride ndr ). 

- Con quale macchina fotografica scatta oggi? 
Io? Che domanda..! Aspetta ( chiede in modo perplesso ndr ) che ci fai con questa domanda? Mah, se proprio ti interessa 5d Mark iii; comunque spesso utilizzo anche il telefono, dipende da quello che ho a disposizione in quel preciso momento.

- Per i non professionisti, ma per gli appassionati di fotografia, ha qualche consiglio da dare?
Lasciate stare i libri di fotografia tecnica, sono tutti uguali. Se siete portati si vede dal primo momento, non c’è bisogno di leggere un’intera biblioteca. Prestate attenzione, questo forse è il mio umile consiglio, ai testi di storia della fotografia e dello sviluppo del pensiero fotografico che vi aprono la mente e permettono di capire determinati meccanismi fotografici. Consiglio un libro del mio docente IED “Realtà della Fotografia” di Giacomo Daniele Fragapane e “La Camera chiara” di Roland Barthes, sono i miei preferiti in assoluto. 

- Attualmente quale sono le città che offrono maggiori opportunità per il suo mestiere?
Milano, New York e Parigi, per il collegamento con la moda. Ritorno però al concetto iniziale: se non si fa la differenza e se non si hanno buoni contatti è difficoltoso riuscire, non impossibile.Il fatto è che ci sono numerosi fotografi in fila da prima di voi e in una nicchia di questa fila c’è l’eccellenza che spesso riesce, spesso no. L’importante è non demordere mai e inseguire le proprie ambizioni. 

- Punta alle stelle, se sbagli, cadi sulle nuvole?
Esatto, è importante avere degli obbiettivi e fare l’impossibile per raggiungerli. Poi chissà hai inseguito un sogno sbagliato, hai messo male il piede e ti sei fatto anche male, però hai rischiato di arrivare dove volevi essere. Esiste qualcosa di meglio?


- Come si immagina tra 20 anni? 
Sono una persona ansiosa, lo sai? Da qui a 20 anni non saprei. Facciamo che ti invito in netto anticipo al mio compleanno che ci sarà tra vent’anni e decidiamo insieme quello che ne abbiamo fatto della vita, tiriamo qualche somma. 

- Non sapresti dirmi quello che vorresti avere tra vent’anni ( insisto ndr ) ? 
Se non dovessi rispondere non andremo avanti, vero? New York, mi immagino a New York. In un splendido attico con un’ottima vista e le mie macchine fotografiche.  

- Piano alternativo alla fotografia? 
La cucina! E’ da sempre una mia grande passione e mi piace stare ore ed ore ai fornelli.  Spero però di riuscire a portare avanti il percorso nel settore della fotografia, ci metto di tutto: passione, sacrificio, denaro, ore di sonno; insomma tutto e ci voglio credere. 



Confesso di non aver pregato mai nessuno per avere un’intervista come in questo caso ( okay, forse, Eleonora Carisi l’ho letteralmente corteggiata ndr ). Tuttavia ci tenevo particolarmente ad un’intervista del genere. Proporre interviste ai blogger è roba da tutti i giorni, così come per gli influencer, stilisti e varie personalità nel settore della moda. Un giovane fotografo alle prese con la sua passione l’ho, per adesso, intervistato solo io. 
Grazie Mauro, so che ti sei vergognato durante l'intervista e che ti vergognerai al momento della pubblicazione ancor di più, ma non esiste niente di più genuino di essere se stessi e inseguire i propri sogni. 







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