“ Un abito sartoriale è come un percorso benessere: su
appuntamento, il cliente viene coccolato e accompagnato nello scegliere linee,
tessuti, dettagli che meglio si sposano per l’armonia della sua figura. I corpi
umani non sono tutti uguali, voglio che ognuno si senta bene con ciò che indossa.” Leonida Ferrarese
Classe dell’87, stile impeccabile, una laurea in economia e
la grande passione per la moda: questo l’identikit che ne esce dell’imprenditore
Leonida Ferrarese.
Leonida non è
il classico figlio d’arte nato nel mondo della moda e cresciuto all'interno, il
padre lo avrebbe , infatti, voluto un industriale alle prese con la fabbrica di famiglia, ma niente. Subito dopo aver terminato
gli studi alla Lumsa, il giovane e promettente stilista si è recato a New York
dove ha iniziato a fantasticare sull'apertura di una sartoria, la sua, “BottegaDalmut”.
Un sogno che
si è trasformato in realtà. Oggi la sua
sartoria è il luogo in cui il lusso
diventa arte e l’arte si trasforma in un abito su misura.
- Iniziamo subito con una domanda che le avranno fatto in molti, ma
sicuramente curiosa: quando nasce l’idea di aprire “Bottega Dalmut”?
L'Idea Bottega Dalmut nasce nel 2011
a New York. Durante i miei studi mi fu assegnato un caso per il rilancio di una sartoria della famosa Savile Row londinese. Più leggevo la
storia, più mi informavo sul prodotto e più capivo che non sarebbe stato
soltanto un caso di studi, cosi registrai il marchio Dalmut con un' idea ben
precisa in mente.
- Dalla laurea in economia a Roma, al Master in America: cosa l’ha condotta
a credere in un progetto del genere?
La passione, la voglia
di mettermi in gioco e di realizzare qualcosa di importante partendo
da zero.
- Un’eccezione nel mondo della moda, non è imparentato ne quantomeno ha
ereditato uno storico brand, c’è nella sua famiglia qualcuno che, anche non
avendo una sartoria, le ha trasmesso la passione per il buon gusto e per il su
misura?
Sin da bambino ( afferma
con un tono di voce emozionato ndr )
mio padre mi ha sempre raccontato della passione smisurata di mio nonno Leonida
per la sartoria. Quando ero piccolo trascorrevo ore ed ore dal sarto con lui ad
aspettare in un angolo, mentre mio nonno sceglieva i tessuti per i suoi abiti.
Non ricordo una persona che mi ha parlato di mio nonno senza citarne nelle
prime due frasi la sua eleganza.
- Quanto ritiene economicamente importante il realizzare capi “Made in
Italy”?
Il “Made in Italy” è
parte portante del progetto Dalmut ma, noi siamo sempre più concentrati sul
Handmade in Italy. I nostri capi sono tutti frutto del lavoro delle mani dei
nostri sarti ed artigiani. Credo molto nel rilancio di questi mestieri ed
insieme al maestro, unico sarto in attività su Francavilla, stiamo formando
nuovi giovani per far si che la tradizione sartoriale Francavillese non
scompaia.
- “Bottega Dalmut” si basa su tessuti preselezionati delle marche migliori
in circolazione: qual è il criterio, oltre il gusto personale, per selezionare drappeggi?
In sartoria abbiamo una selezione di otre 300 tessuti, dal classico super 130s fino ai pregiatissimi Vicuna e Cincillà. Oltre questi vi è il nostro campionario che è composto da oltre 4.000 tessuti diversi. Noi non scegliamo mai il tessuto per gli abiti ma capiamo il gusto del cliente e gli proponiamo più alternative possibili consone al suo gusto
- Due piani a completa disposizione del cliente: confort e lusso sono il
motto della “Bottega Dalmut”?
Il lusso da Bottega
Dalmut è la realizzazione di un capo personalizzabile a 360 gradi. Questo è ciò
che amano i nostri clienti. Certo il contesto è importante, sono un
appassionato di design e mi sono divertito a renderlo uno spazio consono al
nostro prodotto.
- A “capitanare” i lavori vi è la passione e il lavoro del Maestro Cafueri
( con un fantastico team al suo fianco ndr ). Quando e come è
nata la vostra collaborazione?
È il sarto della mia
famiglia da, ormai, 8 anni. Quando tornai da New York posai le valigie è andai
a parlargli. Gli dissi della mia idea con consecutiva chiusura della sua
storica sartoria per venire a lavorare con me e mi disse "sei un
folle" da lì a pochi mesi iniziammo questa nuova avventura.
- Mediamente per la realizzazione di un abito sartoriale ( compreso di
giacca, panciotto o pantalone ndr ): quanto tempo vi occorre?
Modello, tessuto e
finiture ne variano le tempistiche ma servono all'incirca 45 ore e 40.000 punti
fatti a mano per la realizzazione di un capo fatto a mano.
- Oltre alla realizzazione di abiti, nella “Bottega Dalmut” è possibile
trovare una vasta scelta di accessori: dalle cravatte alle scarpe. Un intero
mondo dedicato allo stile dell’uomo?
Assolutamente sì, il
look maschile è composto da tanti singoli elementi che non potevano essere
tralasciati. Non sarei mai riuscito ad esprimere al meglio lo stile Dalmut
senza i nostri accessori. Entro fine Ottobre saremo pronti con l'online store
per la vendita degli accessori. Per quanto riguarda la sartoria, per quella
bisogna venire da noi o ai nostri trunkshow in giro per il mondo. Sono molto
scettico nella vendita dell'abito su misura Online. Facciamo minimo 3 prove
prima di consegnare un abito. non posso immaginare il maestro stirare un abito
senza averlo provato, penso sarebbe davvero spaesato ( aggiunge con fermezza ndr ).
- Sartoria che ha da subito riscosso un ottimo consenso e un’ottima
nominata: qual è la sua strategia di marketing del brand?
Puntare tutto sul
prodotto, far emergere i nostri punti di forza quali la lavorazione, i tessuti
e la vestibilità. Ad oggi questa è la nostra strategia e sembra funzioni .
- Nei tempi odierni, in cui i capi confezionati sono negli armadi di noi
tutti, il “su misura” è limitato per una nicchia di persona che detengono
un buona cassa alle spalle. Ha mai pensato di realizzare un “hand made” a
prezzi accessibili a tutti?
Accostare la parola hand
made al principio del low cost è, secondo la mia visione, davvero impossibile.
E’ come pensare di voler spendere poco per un auto però, al tempo stesso, chiedere una fuoriserie.
E’ come pensare di voler spendere poco per un auto però, al tempo stesso, chiedere una fuoriserie.
Il capo artigianale ha bisogno di molte ore lavorative che ne aumentano
inevitabilmente prezzo e valore. Non esiste un capo uguale all'altro e questo
principio rende ogni capo unico e quindi "priceless"
- Quale sono, attualmente, i progetti da portare avanti per la “Bottega
Dalmut”?
Il più imminente è
l'Arab fashion week di Ottobre dove sfilerà la nostra collezione Ready couture.
Al tempo stesso abbiamo fissato quattro “Trunk show” fuori dall'Europa.
- Lapo Elkann non ha perso l’occasione per “provare” e affermare la qualità
dei vostri abiti. Com'è avvenuto l’incontro con il celebre volto di Italia
Independent?
Con Lapo è nata un’ amicizia
qualche tempo fa e quando gli dissi che avrebbe dovuto provare i nostri abiti
fu subito favorevole e disponibile. Adesso ne stiamo realizzando altri due,
molto particolari.
- Da imprenditore a cliente, durante le ultime edizione del Pitti i suoi
outfit hanno fatto incantare presenti e non. Sta già pensando a cosa indossare
alla prossima edizione?
Assolutamente no,
sicuramente è una vetrina importante ed un’ ottima piattaforma network per gli
addetti ai lavori ma sono profondamente contrario alla spettacolarizzazione
dell'evento. Cosa indossare durante il Pitti lo decido la sera prima di partire
per Firenze preparando la valigia.
- Come immagina la sua vita e quella della sua sartoria tra 20 anni?
Non saprei, o meglio,
quello che spero non lo potrei mai dire. sono davvero molto scaramantico.
- Studiare il mondo della sartoria maschile è un compito impegnativo. La
diversità delle varie scelte e dei vari modelli lasciano spazio ad ogni tipo di
fantasia: qual è il suo idealtipo di abito?
Abito solaro doppiopetto
blue notte ed abito tre pezzi blue cina. Questi sono quelli che non possono mancare
nell'armadio. Avviamenti firmati “Dalmut”.
- Rever classico, a lancia o sciallato?
Il rever a lancia è
quello che ha sicuramente un impatto più forte ma anche il classico dente ha il
suo fascino. Lo sciallato solo nello smoking.
- Imprenditore e star dei social, su Instagram vanta 23,3K di seguaci, con
foto di ogni tipo: dal lavoro alle vacanze. Com’è stato ritornare in sartoria?
Il ritorno è sempre
piacevole quando si fa qualcosa che si ama. Certo, alzare il telefono per
chiamare i nostri fornitori e capire che si è gli unici aperti non fa
piacere.
- Sogni nel cassetto?
Bottega Dalmut NY. Da lì
è partito l’idea e mi piacerebbe che il rpogetto, ormai diventato realatà
concreta, tornasse proprio nella grande mela con solide basi.
Leonida è
stato definito da diverse testate come la promessa del “Made in Italy” ma, attenzione
a definirlo come sarto: “Non lo sono,
non ne ho le competenze: sono un imprenditore che sa scegliere i dettagli che
creeranno il miglior abito sartoriale possibile “, facile no? Forse è
questo il vero segreto del promettente imprenditore: l’umiltà e la capacità nel
far sembrare tutto così semplice.
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