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Paolina Consiglieri: la ribelle

 " Dietro ad ogni idea di stile si nasconde un motivo molto più profondo di quello che si possa pensare, poiché il modo di vestire riflette ciò che siamo e ciò che siamo è tutt'altro che facile da spiegare". Paolina Consiglieri 





Paolina Consiglieri è una “giovane ribelle”, l’avrebbe sicuramente così definita Chanel. Attenta alla moda senza mai cascarne dentro, costantemente alla ricerca di uno stile, senza mai ascoltare quello che le persone pensano di lei. "E' difficile descrivermi con poche parole" afferma, "così come sarebbe insignificante provare a ricreare un’opera d’arte di Monet con solo un colore. Verrebbero a mancare delle sfaccettature che sono parte fondamentale del quadro “Paolina Consiglieri”.  
Presente all’ultima edizione del Pitti, la nostra protagonista ci parlerà del suo segreto modaiolo, della sua concezione dello stile e dei suoi sogni nel cassetto. 

- Nuova edizione del "Pitti", l'evento modaiolo maschile più atteso, ma questa volta a parlarcene è una donna. Qual è opportunità che offre un evento del genere al sesso femminile? 
“ Il Pitti è un'esperienza che regala opportunità a chiunque, uomini e donne. Non credo però che debba trasformarsi in una passerella pubblica anzi, sono fortemente convinta che debba rimanere un luogo di ricerca per coloro che vi partecipano seriamente.
L'abbigliamento maschile sta subendo un'evoluzione drastica. Subisce contaminazioni, ricerche e sperimentazioni; accanto all'intramontabile eleganza sartoriale, nasce un'idea di uomo più futuristica e fuori dagli schemi, facendo un esempio concreto mi viene da citare Motoguo che ha elaborato lo stile maschile in un modo innovativo”.  

-Il brand che maggiormente l'ha colpita durante il suo soggiorno a Firenze?
" Sono veramente tanti. Innanzitutto vorrei elogiare il lavoro di Nick Wooster per “Lardini”, ha portato un tocco completamente innovativo, non solo al brand, ma anche al Pitti. Tra gli espositori che ho preferito sono stati maggiormente inglesi e giapponesi. Tra gli italiani d.o.c. mi ha colpito “Mitchumm", un brand nato nel '76, da sempre fresco, creativo che non conosce la paura di osare. E poi il trio di “Super Duper”, che non smettere mai di stupirmi con i suoi cappelli. John Sheep, che da colore e un po' di ironia alla tradizionalitá italiana. Infine il duo “Art comes first” : il nome parla da sé. Inoltre riporto  "Cor sine labe doli", un brand con cui collaboro sempre molto volentieri in quanto apprezzo l' infinita creatività. I papillon in ceramica sono una continua sorpresa per me."

                         

 - L'outfit che ha indossato per l' occasione?                                                                              
 “ Io lo chiamerei “dapper rock”: giacca e gilet in tweed, cravatta con stampa grafica di Ysl, jeans neri strappati, boots e cappotto di pelle Prada”.

- Gli uomini e lo stile che ha preferito durante questa nuova edizione del Pitti?
 " Mi è caduto l'occhio su molte persone interessanti, persone del settore poco conosciute dalla massa perché poco fotografate. La realtà è che spesso l’attenzione ricade su personaggi che, sinceramente,  non ritengo all'altezza di coloro che veramente lavorano sodo nel mondo della moda e che sono, secondo me, anche i più  raffinati da un punto di vista stilistico. Spesso il Pitti viene interpretato in modo sbagliato: una specie di circo per dilettanti ".


Inizio sempre l’intervista con una domanda sul blog, per lei voglio fare un’eccezione e le pongo la domanda che affiora nella testa di qualsiasi essere umano guardi le sue foto: “come e quando si sviluppa il suo stile. Uno stile fuori dal comune e soprattutto lontano dall’idealtipo femminile?”. 
“ Credo che non esista un come e un quando, se si parla di definire uno stile, ma più di un perché. Dietro ad ogni idea di stile si nasconde un motivo molto più profondo di quello che si possa pensare, poiché il modo di vestire riflette ciò che siamo e ciò che siamo è tutt'altro che facile da spiegare. Posso dire però che la mia mascolinità nel vestire nasce da un ideale nel quale credo fermamente : la libertà. Penso che una donna non abbia bisogno di sentirsi perennemente costretta, anche inconsciamente, a sfoggiare un'ostentata femminilità per attirare l'attenzione. Abbiamo combattuto anni per liberarci di ogni tipo di costrizione sociale per dimostrare che le donne non sono solo sinonimo di bellezza, ma anche di forza, tenacia, potenza,intelligenza e soprattutto indipendenza. Perciò amo la giacca sulle donne: perché da la possibilità di esprimere quell'autorevolezza che per troppo tempo è stata dissociata dal mondo femminile ”.

                                   

Uno stile alquanto “mascolino” indossando spesso accessori come cravatte e papillon, non ha paura di quello che la gente pensa? 
“ Se dovessi aver paura dell'opinione altrui dovrei letteralmente sparire dalla faccia della terra. Ricollegandomi al concetto di prima, ripeto che la libertà viene prima di tutto: quindi ognuno è libero di giudicarmi ed io sono libera di pensare che chi giudica senza conoscere sia superficiale. Purtroppo la società in cui viviamo ci impone una sorta di pressione che ci spinge al conformismo e ciò comporta ovviamente una paura costante del giudizio. Secondo me non vi è cosa più eccitante del mettersi in discussione. La vita è troppo breve per vivere quella degli altri ”.

Quali sono i capi principali per uno stile come il suo?
 “ Giacche, giacche e ancora giacche. Poi ovviamente andando nel dettaglio, tante scarpe rigorosamente basse, camicie possibilmente con pochi “fronzoli” e infiniti accessori, da cappelli e cartelle a cravatte e bretelle. In generale tutti capi che possiamo rubare ai nostri uomini, semplici ed eleganti “. 

- La difficoltà in uno stile simile a quello da lei proposto è nella ricerca di marchi che realizzano capi,  come camicie, giacche o pantaloni, per il settore femminile. Quali sono i suoi preferiti?    
 “Io ho riposto le speranze nel vintage, ma il bespoke rimane la soluzione migliore. Sicuramente si trovano alternative vincenti in brand come “Brooksfield”,  “Brooks Brothers”, “Armani”, “Saint Laurent”. C'è da dire che ora sta diventando più facile trovare capi maschili riproposti in versione femminile, il "genderless" sta spopolando ormai da alcune stagioni e i confini tra maschile e femminile si stanno assottigliando sempre più “.

- Tra i suoi hobby “spicca” il canto,i suoi hobby comprendono sempre l’amore per l’arte?
                                                                                                                                                                  “ A dir la verità sto ancora frequentando l'università, fra due anni concluderò gli studi di scienze internazionali. Un ambito diametralmente opposto all'arte, ma che potrebbe darmi utili basi per qualsiasi carriera io intraprenda che sicuramente sarà legata alla moda ”. 

                            

Il suo blog “The Fashion Out Look” è un inno al cambiamento e all’affermazione di uno stile preciso, indipendentemente dalle leggi della moda. Qual è il suo segreto di stile?
“ Secondo me non esiste un segreto, anzi, ce n'è uno: essere sempre se stessi. Al giorno d'oggi è facile perdere la propria individualità ed autenticità, quindi solamente chi ha il coraggio di agire di testa propria potrà dar vita al proprio stile. Raffinare il gusto invece è più complicato, o lo si ha innato oppure bisogna impegnarsi e fare tanta ricerca “.

- Quando e come nasce l’idea di aprire un suo blog?
“ Nasce dal desiderio di esprimere la mia idea di moda e del rapporto di quest'ultima con la società e il nostro mondo interiore. Credo che sia necessario sviluppare la cultura dello stile e del buon gusto, ma soprattutto dare più importanza al complesso e a tutto ciò che ci sembra alieno. Cito le parole di una grandissima donna, Miuccia Prada: " Il brutto nella moda era ed è difficile da accettare perché c'è ancora il sogno, il cliché della bellezza, del sexy, della donna scollata col suo vestitino tagliato di sbieco. Io detesto i cliché: la bellezza è più complessa e soprattutto più interessante di questo immaginario sterile e noioso. " In poche parole, questo è lo scopo del mio blog : dimostrare che è la diversità la vera bellezza “.

- La cosa più divertente che le è capitato mentre realizzava uno shooting per “The Fashion Out Look”?                                                                                                                          “( Sorride ndr ) C’è stata una situazione alquanto particolare: per il servizio vintage io e il fotografo, Julian Lops, pensammo di costruire la scena di una donna cupa e leggermente depressa che cercava di affogare i pensieri nell'alcol. Lui mi disse di prendere un bicchiere e farci mettere del tè. Io, fissata sulle mie idee di autenticità, mi feci versare del whisky e se è vero che mi aiutò ad esternare meglio il contrasto di emozioni che era richiesto è al tempo stesso vero che iniziai a ridere incessantemente “.

“Anno nuovo e vita nuova”, lascia l’anno con una novità: sarà la responsabile femminile del blog di Frank Gallucci. Ci anticipi quelli che saranno i consigli al mondo femminile
“ Sì mi occuperò della sezione "Icone femminili" sul suo blog. Sarà un grande piacere, e lo ringrazio, perché avrò l'opportunità di esprimere il mio parere a molte più persone. Non darò consigli di stile, odio farlo, più che altro proporrò storie di donne che non solo hanno lasciato il segno per il loro charme, ma soprattutto per i loro ideali e valori, per le Donne che sono state o che sono tutt’ora “.

Sogni nel cassetto?
“ Tantissimi. Esplorare il Nord Europa, aprire un negozio o uno showroom di designer emergenti, avere una propria rivista, incidere un disco, vivere in diversi paesi, salvare una vita e tanti altri “.

                              

Come si vestirebbe per un incontro lavorativo al centro di Milano?
“ Molto minimal. Pantaloni stretti e corti, camicia leggermente oversize, una giacca e mocassini. Il tutto dalle linee molto pulite. Da questo punto di vista mi piace molto il marchio &OtherStories, l'idillio del minimalismo “. 

Il capo essenziale del suo armadio?                                                                        “Giacche, cappotti oversize e pantaloni a vita alta 

Cosa preferisce tra camicia e maglietta?
“ Indosso entrambe, adoro le magliette bianche o nere semplici, senza stampe oscene con faccioni o scritte glitterate. Lo stesso per le camice, less is more “. 

La sua icona di stile preferita?
“ Non ho un'icona di stile preferita, perché prendo ispirazione da qualsiasi persona interessante io veda o incontri, dal signore anziano in abito che si gusta il caffè al bar leggendo la gazzetta, alla carrellata di immagini dalle passerelle che vedo sui giornali “. 

Giorgio Armani sullo stile disse: “ Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. È gusto e cultura”.  SI trova d’accordo con tale citazione?                                                                                                                       “Qualsiasi parola pronunci "re Giorgio" per me è santa. Comunque sono d'accordo, è più o meno il discorso che facevo prima. Coraggio è sinonimo di stile. Codardia sinonimo di ignoranza culturale “. 

Che cos’è per lei la moda?
“ Questa è una domandona.  Potrebbe venirne fuori un papiro ma cercherò di essere breve. Difficile dare una definizione alla moda, è un pianeta troppo grande e complicato, Un pianeta animato da stoffe “tentatrici” che lo abitano e una volta che riescono ad inglobarti non ne puoi più uscire. Strano mondo quello della moda “.

Se lo stile fosse una canzone, quale la rispecchierebbe meglio?
“ Assocerei il mio stile più che a una canzone, a un quadro di De Chirico: lineare ed introspettivo “.

- Dia un consiglio a tutti i giovani che vogliono avvicinarsi nel settore della moda                                                                                                                       “Non me la sento di dare consigli. Sono io ad avere ancora bisogno di tanti consigli e lezioni. Quando avrò una carriera di vent'anni alle spalle, allora potrò farlo. Comunque il mio motto l'ho ripetuto più di una volta ormai, forse troppo: non dimenticate mai chi siete “. 




PH: Julian Lops

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