P"Credo nel talento innato, ma ancora di più nell’impegno costante e quotidiano. Credo anche nella fortuna, ma ancor di più nel creare occasioni perché essa arrivi. Infine, credo nella passione, che non ti fa sentire la fatica dello sforzo e ti distingue da chi è motivato solo dal mero ritorno a breve termine". Fabio Attanasio
Avevo già avuto in passato il piacere e
l’onore di intervistare Fabio Attanasio, per il vecchio blog: “ Io posto.
Fashion e Lifestyle”. Fu una delle mie interviste preferite per varie ragioni:
in primis per la qualità e la professionalità, in seguito per le conoscenze
dimostrate, oltre alla simpatia della mente creatrice di “The Bespoke Dudes”.
Qualche settimana fa,
mentre cercavo un paio di occhiali da sole, per puro caso mi è apparsa la scritta:
“The Bespoke Dudes Eyewear”. Conoscendo Fabio e la sua ricerca del buon
prodotto, non ho avuto dubbi sui miei prossimi occhiali. Nel frattempo che
decidessi il modello ho deciso di saperne di più e d’intervistare il genio che
si nasconde dietro il brand. Vi lascio alle sue parole per apprezzare al meglio il protagonista di questa settimana.
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Il suo motto è: “ lo stile è cultura”. Si è infatti
laureato in giurisprudenza alla Bocconi, quale motivo l’ha condotto ad
abbandonare la carriera giuridica per il mondo della moda?
Sicuramente la scelta è dovuto alla mia
grande passione per il mondo dell’artigianato, più che della moda. Faccio
sempre la differenza tra la moda e la sartoria: ho infatti notato che spesso le
due si confondono. La moda ha alcuni aspetti commerciali che oscurano lo
stile e i canoni classici, la sartoria invece è il contrario. Appena ho preso
la laurea ho provato questa mia idea, iniziata come sperimento e che oggi è il mio lavoro.
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Recentemente dopo un periodo di pausa ha “ristrutturato”
il suo blog. Anche per lei come nel caso della fashion blogger: Chiara
Ferragni, si parla di: “ a new beginning?”
Credo che fosse necessario questo cambiamento, dopo tre anni.
L’attività era infatti cambiata, con esso anche il mio blog. Ho passato molto
tempo a cercare qualcuno che potesse interpretare i miei concetti e l’argomento
della sartoria. Un argomento vecchio ma con una chiave di lettura nuova. Oltre alle
foto, cerco sempre di spiegare il lavoro effettuato dal sarto ( prende fiato
ndr ). Si, un nuovo inizio, ma
continuiamo più sicuri di prima su tutto
ciò che c’è da fare.
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Attualmente oltre a gestire il blog scrive per alcuni
riviste celebri sullo stile maschile. In un’epoca in cui si parla del ritorno
dell’uomo-dandy, quanto è importante la cura dei dettagli?
Sono d’accordo sull’idea che i
dettagli fanno la differenza. L’ uomo sta cercando sempre più di capire che
cosa indossa. Non vuole più spendere un grande patrimonio per capi di cui egli
non conosce la provenienza. L’uomo oggi ha già una cultura che manifesta con la
maggior ricerca nei dettagli, alla qualità, a chi fa l’oggetto e al tessuto. Il
dettaglio per me è l’asola fatta a mano, ma l’asola è un dettaglio che può
essere fatto anche male in una giacca, quindi attenzione a dire che i dettagli
fanno la differenza. Ciò che secondo me vale ancor di più del dettaglio è la
struttura. Facendo un esempio concreto il dettaglio senza struttura è come un palazzo bellissimo all’esterno, ma poi
con le fondamenta rotte. In conclusione direi che il dettaglio è importante ma
in realtà bisogna considerare l’insieme, cercare un equilibrio.
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Uno dei miei articoli preferiti da lei scritti descrive
gli errori comuni che gli uomini commettono nel vestirsi. Cito la camicia a maniche
corte che davvero è un “orrore” sempre più diffuso. Ha mai commesso qualcuno
degli errori da lei indicati?
Non ricordo tutto ciò che avevo messo nell’articolo. Sono
certo sul non aver mai indossato la camicia a maniche corte, forse a 6 mesi quando non ero in grado di
intendere e di volere. Il calzino bianco di spugna l’avrò indossato solo per
fare sport, dopo questo non lo so, sicuramente ne avrò fatti. Lo stile è un
codice che va appreso con il tempo e un ragazzo che si avvicina in questo
codice può anche cadere in qualche trappola. Sono certo sul non aver mai
tagliato i capelli in base allo stile di un calciatore e sull’utilizzo del
marsupio. Tuttavia ripeto, qualche errore l’ho commesso, ma l’importante è
capire , non ripetere gli errori.. Soprattutto spero che le foto in cui
“peccavo” non escano mai ( ride divertito ndr ).
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Nonostante la crisi c’è ancora chi punta sul “Made in
Italy” e lei ne è un esempio. Ha infatti creato un brand “ The bespoke dudes eyes ” ( dal titolo del
blog ndr ). Da cosa è nata questa idea?
L’idea è nata in seguito all’aver constatato
come i nostri lettori credono nello stile descritto. Il brand è nato infatti
come una postula del blog ed è un prodotto classico coerente con quello che
dico. E’ realizzato in Italia, sarei potuto andare in Cina, ma ho preferito lavorare
sulla qualità. Gli occhiali da noi realizzati hanno fatto sold out in due mesi. Stiamo ottenendo davvero
un’ottima feedback, che dimostra quanto sia efficace anche economicamente il
blog.
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Come viene prodotto un occhiale firmato “ TBD”?
Ci sono delle lastre fatte da
Mazzucchelli e vengono tagliate. ( Prende qualche istante per pensare ndr )Devo
essere sincero ci sono talmente molti passaggi, che ricordarli tutti non è
facile e richiederebbe molto tempo. Le mascherine in ogni caso vengono inserite
nelle botte, la fase della burattatura, e la botte non fa altro che levigare le
lastre .Con queste botti messe in orizzontale che girano con pietra pomice e
del legno , le lastre durante questa attività vengono levigate. Poi vengono messe
le cerniere a mano, con 4 viti. Ho davvero fatto un riassunto, voglio però
sottolineare il lavoro verso la ricerca del bello e del buon prodotto. Pensa
che la nuora dell’artigiano sistema personalmente le viti di ogni occhiali che
produce, è chiaro che così facendo il tutto viene prodotto a mano. Ciò richiede
maggior tempo e maggior costo. Proprio come per i vestiti fatti da un sarto o
comprati in un grande magazzino. L’occhiale deve essere coerente con lo stile
di vita: l’abbigliamento è una sola parte di “The bespoke Dudes”, che si è
specializzato in questo: l’eleganza classica maschile. Essa è un mondo fatto di
regole e di canoni e credo che oggi un mondo che voglia avvicinarsi a ciò debba
leggerle e avvicinarle alla sua personalità, altrimenti diventa troppo classico
o l’opposto.
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Il suo modello
di occhiale preferito?
E’ difficile sceglierne uno in quanto sono
tutti da me selezionati. Il modello “cran” è il primo, diciamo che è la mia
firma, mi piace moltissimo il “Cran classic tortoise” . Ne abbiamo venduti
tantissimo di modelli, il pleat anche è
un modello che amo ed è utile in quanto per chi come me ha gli occhiali da
vista, può farseli graduare e poi
attraverso la mascherina indossare al tempo stesso gli occhiali da sole. Ciò comporta anche al beneficio
del non dover indossare in modo costante le lenti a contatto.
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Descriva con 5 aggetti il suo marchio.
Italiano, artigianale , giovane
, classico e ….. ( il quinto manca, ma ne bastavano due per convincermi ndr )
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Ci dia una buona motivazione per comprare i suoi occhiali
Sono completamente realizzati a
mano e costano meno dei grandi brand che producono oggetti all’estero e dove la
qualità è minore. La scelta stessa del prezzo non è casuale: abbiamo
volontariamente messo come prezzo un minimo di 140 ad un massimo di 190, mentre
la grandi marche partono dai 220 euro. Questo perché nelle firme si paga
soprattutto il nome e non il prodotto. Il cliente che compra un occhiale: “ The
Bespoke Dudes Eyewear” compra un occhiale fatto da un artigiano e che viene
immediatamente a egli consegnato e poi perché sono classici, il mio blog si
avvicina molto al gentleman che preferisce la qualità alla quantità , che
preferisce la ricerca della bellezza a ciò che è commerciale. Inoltre la
dimostrazione dell’importanza del prodotto firmato “made in Italy” è
chiaramente visibile grazie ai dati statistici: nel nostro caso circa il 5 per cento della vendita del nostro prodotto
è in Italia e il 95 percento all’estero.
Città come: Tokyo, Kenia ; Dubai,
Canada; New York e in tutte le capitali europee . Questo ci fa capire che c’è
voglia di “made in Italy”, basta spendere tanto per un prodotto di cui non
conosco la provenienza, si invece a chi investe nella produzione italiana. Quel
5 percento italiano si contraddistingue, al restante che apprezza il “made in
China”, in Turchia, dove il costo è minore, preferendo così acquistare di più ,
ma oggetti di qualità minore. Noi invece ( io, i lettori del mio blog e i miei
clienti ndr ) ne preferiamo uno ma ben
fatto.
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Un sogno nel cassetto che ancora vorrebbe realizzare?
Dico la verità di sogni ce ne
sono tanti, sicuramente far crescere il blog. Strutturare il tutto ancora
meglio, grazie anche all’aiuto di un socio che mi suggerisce nella parte
strategia-economica. Vorrei inoltre cercare nuovi collaborati, che vogliano lavorare con
serietà. Quello che ripeto spesso quando qualcuno si propone per lavorare nel
blog è l’importanza della conoscenza della materia. Per andare a recensire un
sarto c’è bisogno di grande padronanza:, c’è bisogno di qualcuno che conosca
come fare il doppiopetto, il giromanica,
non che dica che sia simpatico il sarto, o che la giacca sia buona. E’
difficile trovare una persona che risponda ai miei criteri, ma sono sicuro che
la troverò. ( afferma convito ndr )
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Primo giorno di lavoro, come si dovrebbe vestire un uomo?
Dipende dal lavoro. Questa è
una di quelle domande in cui essere oggettivi e universali è molto difficile.
Il consiglio che posso dare è di vestire in modo adeguato al lavoro che si
svolge. Se si è artisti, designer o commessi
non si è obbligati ad indossare completi. Differente è la situazione se
si fa l’avvocato, l’azionista o se si lavora in una banca: in quel caso il
completo e la cravatta sono d’obbligo. Però niente è detto: ci sono artisti che
indossano tutti giorni smoking, mentre ci sono azionisti che indossano jeans e
maglietta. Lo stile cambia a seconda dell’idea della
persona, quindi non posso dire più di tanto.
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La
sua definizione di stile.
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Ma lo stile è un percorso, un codice
che deve essere appreso. Mentre l’eleganza è innata, lo stile no. Ha un proprio stile infatti anche una città, una persona e un rapper, così come ha un proprio
stile l’uomo classico. L’eleganza infatti svolge uno sguardo a 360 gradi con l’approccio
della vita. In conclusione lo stile non è altro che un mix felice tra le regole
classiche del ben vestire e tra quello che si deve indossare e quello che si
può indossare. Trovare il confine tra le regole del classico e ciò che la
fantasia permette di fare.
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3 delle sue sartorie preferite?
Anche questa domanda è
difficile, non voglio offendere nessuno. Sicuramente la sartoria“Sciamat” di Valentino e Nicola
Ricci, che ha rivoluzionato i canoni
classici: svuotando le giacche ancora di più di quanto fatto da Attolini a
Napoli. La sartoria “Edesim” di Edoardo de Simone a Napoli. “Nobil Homo” sartoria Milano. Salvatore Ambrosi per quanto riguarda i
pantaloni. Lo ammiro particolarmente in quanto rappresenta il primo
pantalonaio. Tale figura esiste da molto tempo, ma prima questa professione era
vista come “ una costola” del sarto . Lui invece è stato il primo a rendersi
autonomo; adesso il cliente va direttamente nel suo negozio.
.
Cosa non dovrebbe mai mancare nell’armadio di un uomo?
Credo che tutto sia importante:
dalla giacca blu a quella nera, all'asola fatta a mano in Italia. Ripeto ogni
aspetto è fondamentale in particolar modo per l’uomo dove i capi che egli ha a
disposizione sono limitati, rispetto ad una donna. Ritorniamo quindi al
discorso sui dettagli e sulla loro importanza.
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Gianni Agnelli
disse durante un’intervista a proposito dell’arte:” La passione per l’arte
cresce con la maturità. Mio padre mi portava fin da bambino a visitare i musei
perché riteneva che il bello educasse, che il gusto si affinasse dall’infanzia”.
Quanto, secondo lei, è vera questa frase?
Verissima bisogna educare le persone al bello. Io ho avuto
la fortuna di nascere a Napoli e vivere lì fino a 20 anni e il mare la poesia
di Napoli mi hanno segnato. Napoli è un mix perfetto di bellezza, poesia e
contraddizioni. Una delle città più difficili e al tempo stesso una città in
cui regna una filosofia di vita che è stupenda. I paesaggi, i panorami, l’arte:
dalla canzone al teatro, sono stati per me
un imprinting che mi hanno fatto amare e avvicinare al bello. Ripeto
l’abbigliamento altro non è che un modo di approcciarsi alla vita, io amo la
bellezza non solo nell’abito,
nell’occhiale, ma anche e soprattutto nello stile di vita. Spesso il lusso
viene confuso con la bellezza. Non sempre ciò che è costoso equivale a bello.
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Un aneddoto
divertente che le è capitato durante la sua carriera nel settore della moda
Bhè sicuramente quando andai a
Mosca da due avvocati che lavoravano con il petrolio. In poco tempo mi sono ritrovato
a Mosca a fare una consulenza sullo stile a persone benestanti che leggevano il
mio blog. Ho consigliato loro alcuni sarti di Napoli e abbiamo parlato dello
stile, dell’Italia ed è stata un’esperienza unica. Altrettanto divertente è stato volare a New
York per recensire un sarto Turco,il tutto a sue spese. Anche quando mi trovavo a Palermo mi è
capitata una cosa “buffa”: l’anno scorso mentre camminavo da solo per strada,
un ragazzo mi seguiva e fissava.
Accelerava il passo fino a fiancheggia e
io intimorito ho rallentato. Oggi io e questo ragazzo siamo amici, egli era
infatti un mio “seguace” e mi aveva riconosciuto. E’ stato bello perché è stata la prima volta,
non ero mai stata a Palermo, e trovare una persona che riconosceva in me tutto quello
che aveva letto durante gli anni mi ha fatto piacere.
Non posso che dire ancora una
volta grazie a Fabio. Un grazie perché è sempre disponibile. Un grazie per il lavoro che svolge e la
professionalità con cui lo svolge. Un grazie per aver risolto ogni mio dubbio.
Un grazie perché in pochi oggi continuano a credere nel “made in Italy” e Fabio
fa parte di questa nicchia e non c’è altro da fare, se non imparare da persone
così. Giovani che si reinventano, che rischiano il tutto per tutto pur di
raggiungere un proprio sogno.
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